
Figlio,
sto alla porta del tuo cuore,
busso e aspetto;
aspetto che tu mi apra.
Oh, se tu sapessi quanto tengo a te!
Conosco il tuo cuore,
le tue paure, i tuoi desideri
e quanto vuoi che ti si ami.
So cosa temi,
so cosa cerchi...
Per questo, dammi
il tuo cuore, fammi entrare...
Se aspetti di essere perfetto,
non ti abbandonerai mai a me!
Voglio l'amore del tuo povero cuore.
Non m'importa dei tuoi difetti, credmi,
non m'importa se ricadi spesso in azioni
che vorresti non commettere più...
Non m'importa della tua cocciutaggine,
o delle tue fughe,
o dei tuoi sbalzi di umore,
che a te danno tanto fastidio:
di te amo anche la tua debolezza.
Non sono le tue virtù che m'interessano:
se avessi voluto,
avrei potuto destinarti a grandi cose;
ma, a me vai bene così!
Non potrei forse fare di ogni granello
di sabbia un serafino radioso di purezza,
di nobiltà e di amore?
Non sono io l'Onnipotente?
E se mi piace lasciare nel nulla
quegli esseri meravigliosi
e preferire il povero amore del tuo cuore,
non sono io libero di farlo?
Figlio amato, lascia che ti ami,
voglio stare con te,
con te solo e con nessun altro, mai...
Mi hai rapito il cuore con uno sguardo
ed ora esso t'appartiene...
Non ti preoccupare di non possedere virtù:
ti darò le mie.
Qualunque cosa accada, non aspettare
di essere perfetto per cedere al mio amore,
correresti il rischio di non incontrarmi mai...