venerdì 18 maggio 2007

Incontro



Simile a stella cadente
da tempo attesa
tra immagini e sogni
di semplice pastore,
che sull'erba disteso
attende e mira il cielo,
fingendo di viver
in arcani mondi
e pensieri immensi
creandosi in cuore:
come un lampo,
in un attimo
attraversa la volta nera,
veloce e repentina,
ignara del suo osservatore,
il quale incantato
tutto lì s'è riversato:
breve momento
di profondo mutamento...

sabato 28 aprile 2007

La notte della merla

Notte gelida,
i fossi e gli stagni
serri col ghiaccio,
sicchè nulla entra
e nulla esce.
Sopra questa tua morsa
vanno alcuni uccellini notturni
or bezzicar or saltellar
or buffamente scivolar.
O notte,
sei fredda e nera
come non mai.
Così ti inasprisci
per dispetto
d'una merla malandrina,
che ora infreddolita
geme come piccola colomba.
Bianca anch'essa era,
ma ora è nota come nera:
in un camino s'era riparata,
di fuliggine s'è ottenebrata.
Freddissima notte,
ecco la procession della candelora
e dalla morsa del gelo
oramai sen fora.
O notte della merla,
geli ancor una volta l'aria,
che pungente soffia
e tagliente per le fessure entra:
- brrr, che freddo!
che il fuoco non sia spento! -
odi il rincasato contadin.

lunedì 16 aprile 2007

L'uomo moderno




Dal sacro allontanato
smise di parlare con il silenzioso cielo
e il linguaggio dell’amore
ha così in segreto disimparato.
In poco tempo muto s’è reso
e di umano nulla più sa:
eccolo là a capo chino,
mesto cammina
e melanconico erra,
sotto un cielo resosi indifferente .
Star solo ha imparato
- ne ha tuttavia paura –
e gira dove nessuno va;
nella penombra in cui si riversa
ora falso ride
ora vero piange.
Al vuoto parla,
come se qualcuno lo ascoltasse,
ma in modo strano parla;
poi d’esser udito teme
e torna nel silenzio chiuso.
Molte sere lo scorgi
piano uscire dall’osteria
ubriaco, ed ebbro di dolore
barcollare verso casa che non più ha.
Allora brancola tra lacrime e singhiozzi
agli sguardi ben nascosti,
finché la stanchezza non lo accasa
in un qualsiasi buio di strada.


Nasce così la sera sul cuore di ognuno
Che ne invoca alla tristezza il riposo.

anni dopo...



Eccoti, ancora lì lieta e gentile,
sugli scalini della biblioteca,
che le mie confidenze accogli;
e ti traspare in volto la lusinga.
Non io, che tu hai già capito e ridi,
compiaciuta. Riscoperto anellino
ai miei occhi giri e mostri, allusivo.
Io capisco, ma ugualmente chiedo:
mi si strinse il cuore e mi si stringe
a ripensarci, a tutto ripensare.
Eccomi ancora lì muto e vile,
che alla notizia cruda non impreca;
e in te, ricorre a quanti piacesti
e a quanti piacevole ti stringesti:
te ne avvedi e il volto rallegri,
perfida incantatrice di beltà,
e morderti il cuore non dimostri.
Non ti importo, e la fine vedo
tra noi due, lì. Nulla più ora trattiene
me morto e te agevole andare.

lunedì 19 marzo 2007

Amore...


Figlio,
sto alla porta del tuo cuore,
busso e aspetto;
aspetto che tu mi apra.
Oh, se tu sapessi quanto tengo a te!
Conosco il tuo cuore,
le tue paure, i tuoi desideri
e quanto vuoi che ti si ami.
So cosa temi,
so cosa cerchi...
Per questo, dammi
il tuo cuore, fammi entrare...
Se aspetti di essere perfetto,
non ti abbandonerai mai a me!
Voglio l'amore del tuo povero cuore.
Non m'importa dei tuoi difetti, credmi,
non m'importa se ricadi spesso in azioni
che vorresti non commettere più...
Non m'importa della tua cocciutaggine,
o delle tue fughe,
o dei tuoi sbalzi di umore,
che a te danno tanto fastidio:
di te amo anche la tua debolezza.
Non sono le tue virtù che m'interessano:
se avessi voluto,
avrei potuto destinarti a grandi cose;
ma, a me vai bene così!
Non potrei forse fare di ogni granello
di sabbia un serafino radioso di purezza,
di nobiltà e di amore?
Non sono io l'Onnipotente?
E se mi piace lasciare nel nulla
quegli esseri meravigliosi
e preferire il povero amore del tuo cuore,
non sono io libero di farlo?
Figlio amato, lascia che ti ami,
voglio stare con te,
con te solo e con nessun altro, mai...
Mi hai rapito il cuore con uno sguardo
ed ora esso t'appartiene...
Non ti preoccupare di non possedere virtù:
ti darò le mie.
Qualunque cosa accada, non aspettare
di essere perfetto per cedere al mio amore,
correresti il rischio di non incontrarmi mai...

mercoledì 14 marzo 2007

Fiori di pesco




Non ancora giunta è la primavera
e già vanno in fiore i rosei peschi:
colorano i campi
e spandono buon odore per l'aria.
Ecco la prima acqua di marzo,
fa giungere la primavera:
s'aprono le nuove gemme
e fioriscono tutte le pinte del campo,
mentre il pesco perde il suo fiore.

martedì 6 marzo 2007

Frammento di pensiero...




...o stelle, dite,
che fate in cielo?
E tu, cielo,
che tante volte ci commuovi
con la tua bellezza,
esisti?...
come esisti?
qual è il tuo colore vero?
l'azzurro o il nero?
Ancora:
gravi o t'innalzi
sul mondo?
Oppure tu, Orsa,
tanto bella e tanto vaga,
chi t'ha dato questo nome?
un poeta
o un ubriacone?
Oppure tu, stella Polare,
ma è vero che sei fissa?
fissa a che?...

venerdì 2 marzo 2007

Il lampione


Preziosamente
illumini dal buio l'angolo d'una casa;


dal buio togli una piccola porzione di strada
e rischiari un crocicchio deserto e senza casa.


Come fiocco lume
che riluce presso la rastrelliera di una stalla,
mostri a chi passa una silente e vuota panca...
Indiscreta lucerna,
guardi una bambola per terra dimenticata
suggerendo al passante il dolor di una bambina,
e riveli del viaggiator la nascosta e serbata lacrima
della lontananza...
Silenziosa presenza,
dalle loro case congiungi i due innamorati,
alla tua luce tenue,
e nel segreto fai le due bocche incontrare.


Ah, dolce lume,
sotto la tua luce si sciolgono gli amorosi abbracci,
che scoperti..., si colgono nell'ombra scappare.
Oh, spento lume,
sei ora del più dolce incontro segno
e all'occhio del mondo indiscreto
nascondi le intime effusioni di due giovani fidanzati
e ne celi il permesso amoreggiar di due sposi...