martedì 27 febbraio 2007

La Sera...

Voglio qui inserire una poesia di U. Saba sulla sera, che a me piace molto. Sì, lo so molti poeti parlano della sera, ma io volevo farvi conoscere questa poesia che in rare scuole, con pochi insegnanti d'italiano si fa. Poi, caso mai, mi dite che vi pare...


L'ora nostra

Sai un'ora del giorno che più bella
sia della sera? tanto
più bella e meno amata? E' quella
che di poco i suoi sacri ozi precede;
l'ora che intensa è l'opera, e si vede
la gente mareggiare nelle strade;
sulle moli quadrate delle case
una luna sfumata, una che appena
discerni nell'aria serena.


E' l'ora che lasciavi la campagna
per goderti la tua cara città,
dal golfo luminoso alla montagna
varia d'aspetti in sua bella unità;
l'ora che la mia vita in piena va
come un fiume al suo mare;
e il mio pensiero, il lesto camminare
della folla, l'artiere in cima all'alta
scala, il fanciullo che correndo salta
sul carro fragoroso, tutto appare
fermo nell'atto, tutto questo andare
ha una parvenza d'immobilità.

E' l'ora grande, l'ora che accompagna
meglio la nostra vendemmiante età.
A me piacciono soprattutto i primi quattro versi.
Sono così belli e così semplici che ognuno li sente suoi...
Anche il distico finale ha un tono di intima familiarità e "confidenza",
non trovate?
Qual è l'ora della giornata che voi più amate?

2 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Matteo, hai ragione... A volte le poesie più belle sono quelle che a scuola non vengono trattate. A volte noi docenti tendiamo ad uniformare gli animi: e poi si parla di personalizzazione! Invece, ogni insegnante dovrebbe far apprezzare ai suoi studenti quello che più lo ispira, anche solo un verso. A me risulta che il gusto si affina cogliendo le differenze, e non con l'omologazione. Ciò che ci divide dai ragazzi, alla fine, è soprattutto la maggiore esperienza che abbiamo. Aprirsi a loro con il nostro vissuto può essere pericoloso, ma, se sappiamo gestire bene le cose, può essere meraviglioso: sarei felice se sapessi, un giorno, che i miei allievi si sono portati a casa un pezzetto di me, e che questo brandello di vita li può ispirare a riflettere sulla propria.
E' davvero molto bella la poesia di Saba che vuoi condividere con i tuoi "visitatori". Mi fa pensare a tante cose, troppe se dovessi scriverle tutte qui... Quando cala la sera, qui in campagna, è talmente bello che a volte ti manca il fiato... Posso solo dirti che la sera è il momento in cui mi ritrovo sola con me stessa, faccia a faccia con la giornata trascorsa, con schietta sincerità. Anche stasera sarà così per me: come dice il buono Ungaretti, la mia sera sarà

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia.

Lorenza

Unknown ha detto...

Raccontare se stessi non è facile, nemmeno se si ricorre ad una poesia. Anzi, forse in questo modo si lascia trasparire più di quanto non si vorrebbe. Ho vissuto un'esperienza nella mia vita, mi fa male anche solo pensarla: lascio al tuo amato Saba l'onere di raccontarla, senza metafore, in una sera d'estate...

Dalla stanza vicina ascolto care
voci nel letto dove il sonno accolgo.
Per l'aperta finestra un lume brilla,
lontano, in cima al colle, chi sa dove.

Qui ti stringo al mio cuore, amore mio,
morto a me da infiniti anni oramai.